Pietro Giordani

Pietro Giordani
Ritratto di Pietro Giordani (in G.P. Clerici, Episodi della vita di Pietro Giordani, Parma, Battei 1907). L’incisione fu realizzata probabilmente a Parma nello studio di Paolo Toschi da Gaetano Silvani.

Pietro Giordani (Piacenza 1774- Parma 1848) fu uno dei massimi pubblicisti e letterati italiani della prima metà dell’Ottocento, nonché eccelso e copioso epistolografo. Pur acceso classicista, per la sua passione letteraria e filologica e per gli scritti protorisorgimentali (così li definisce Francesco Tissoni) apparsi sulla milanese Biblioteca Italiana è considerato uno dei padri del riscatto nazionale.

Non immune da una buona dose di contraddittorietà (fu favorevole al regime napoleonico e a un certo punto definì il Granducato di Toscana «il Paradiso Terrestre»…) a causa delle sue idee liberali e della sua accesa vis polemica fu sorvegliato e represso dai governi ducali di Milano, di Firenze e di Parma. Di sentimenti antimonarchici e anticlericali a Piacenza e ai Piacentini riservò aspre critiche seppur riconoscesse, in una lettera a Giovanni Marchetti del 1817, di essere «filosoficamente felice in questo povero paese che di ragionevolezza e di felicità sta come gli altri. Ma io sto meglio qui che altrove: perché la liberissima libertà di cui fo professione non posso esercitarla se non dove sono conosciuto». E in una lettera del 1833 al ministro parmense Mistrali arrivò a scrivere: «I ministri sono sministrati; i duchi possono essere sducati. Io per me rido, sapendo che, se anche fossi impiccato, non sarò mai sgiordanato. Voi dovete sapere […] che io sono di quelli che neppur la morte fa tacere; io son di quelli che gridano e puniscono anche dopo la morte».

Famosa è l’amicizia che lo legò a Giacomo Leopardi. Si spense a Parma nella notte tra il 1° e il 2 settembre 1848 proprio quando la sollevazione antiaustriaca si spegneva.

Roma: Giardini del Pincio sul Gianicolo

I Giardini del Pincio, un vero e proprio parco pubblico, furono realizzati, per volere di Napoleone Bonaparte, da Giuseppe Valadier tra il 1811 ed il 1814. Pio VII, una volta tornato a Roma dall’esilio, terminò i lavori nel 1822 e fece innalzare l’obelisco adrianeo in piazza Bucarest. L’idea di collocare dei busti di personaggi meritevoli fu concepita dalla Repubblica Romana del 1849, retta dal Triumvirato composto da Armellini, Saffi e Mazzini. Dopo il ritorno di Pio IX e la sostituzione di alcuni pezzi sgraditi, con l’Unità i busti arrivarono ben presto a 228. Il busto n. 222, in piazza Bucarest, è quello di un piacentino, Pietro Giordani. Un altro busto è collocato a Piacenza nell’atrio del Liceo classico “Melchiorre Gioia” dirimpetto a quello dello stesso Melchiorre Gioia.”

Scuola elementare Pietro Giordani

Tra l’inizio del sec. XIX e l’inizio del successivo il Comune di Piacenza divise la città in quattro circoscrizioni scolastiche dette rioni intitolati a un letterato (Pietro Giordani), a un pedagogista (Giuseppe Taverna), a un ecclesiastico e politico (Giulio Alberoni), a un eroe del Risorgimento (Giuseppe Mazzini). La scuola dedicata Giordani fu la prima scuola primaria pubblica e fu edificata tra il 1891 e il 1893. Alla costruzione contribuì, con la somma di 135mila lire, la Cassa di Risparmio locale presieduta da Gaetano Grandi.

Per l’imponente edificio lungo 80 metri, sorto in un quartiere benestante di fronte al palazzo Scotti di Sarmato, fu scelta la forma unilineare seguendo le relative disposizioni ministeriali.

Ultimo aggiornamento

30 Maggio 2024, 13:35