Dragoni, Carabinieri, Ussari e Cavalleggeri

Il corpo dei Dragoni, facente parte delle forze armate pur non essendo truppa di linea, fu istituito nei Ducati di Parma, Piacenza e Guastalla nel 1814 con compiti di polizia urbana e rurale. In effetti i dragoni erano nati alla fine del Medioevo europeo come fanteria a cavallo (dragon era chiamato un particolare moschetto corto) e potevano essere adibiti a compiti di sicurezza interna; nel corso del XVIII secolo acquisirono sempre più il carattere di cavalleria media e leggera. Durante i moti del 1831 che costrinsero Maria Luigia a rifugiarsi a Piacenza, il corpo fu denominato «gendarmeria». Il 6 giugno 1848 il Governo provvisorio dei Ducati gli cambiò, ma per breve tempo, nome e fu assimilato ai Carabinieri reali piemontesi: a Piacenza i Savoia inviarono alla loro testa il capitano Filippo Ollandini. Fu durante la II Guerra d’Indipendenza, il 21 giugno 1859, che Cavour li incorporò definitivamente nei Carabinieri piemontesi, anche loro militari territoriali con qualche unità a cavallo.

Ussari e Cavalleggeri del neonato esercito italiano, ritratto del capitano Filippo Ollandini; stemma dei Cavalleggeri
Immagini tratta da Libertà: Ussari e Cavalleggeri del neonato esercito italiano, ritratto del capitano Filippo Ollandini; stemma dei Cavalleggeri

Pure i Carabinieri furono fondati, da Vittorio Emanuele I, nel 1814. Quando il 4 aprile 1848 le truppe sarde della divisione Ferrero entrarono a Piacenza arrivarono anche i Carabinieri che in giugno si dislocarono in due luogotenenze (Piacenza e Fiorenzuola) da cui dipendevano 13 stazioni, aumentate in breve tempo a 17. Nelle loro file furono arruolati, per evidenti analogie, anche alcuni Dragoni ducali. L’armistizio Salasco dispose che il Commissario piemontese si spostasse a Castel San Giovanni ma permise ai Carabinieri reali di restare ai loro posti nel territorio del ducato. Così nella seconda metà del 1848 e all’inizio del 1849 s’instaurò una curiosa compresenza austro-piemontese, con il marchese Ollandini impegnato a contenere le pretese di Radetszky e del conte di Thurn. La sconfitta di Novara del 23 marzo e l’armistizio di Vignale portarono al ritiro definitivo di tutti i soldati piemontesi compresi i Carabinieri. In verità Ollandini attese per qualche giorno gli ordini di La Marmora e passò il confine solo dopo che la sera del 4 aprile a Pontedell’Olio un distaccamento austriaco trasse in arresto alcuni gendarmi della locale stazione. Il 1861, l’anno della proclamazione del Regno d’Italia, segnò anche la trasformazione del Corpo in Arma vera e propria. Da notare che la città di Piacenza per qualche anno, dal 1877 al 1885, fu addirittura sede di Legione per poi passare, in successione, sotto quelle di Genova, di Parma e dell’Emilia-Romagna.

Nel 1859, dopo l’armistizio di Villafranca, Manfredo Fanti formò a partire dalla Lega militare dell’Italia centrale nuovi contingenti. Negli ex Ducati di Parma e Piacenza si affermò un particolare reparto, più propriamente di cavalleria leggera, quello degli Ussari (huszar è termine ungherese) che da sempre, nei vari eserciti, era dedito a compiere rapide incursioni. Il 28 settembre 1859 venne istituito il reggimento degli Ussari di Piacenza, con elementi interamente volontari capeggiati da alcuni ufficiali indipendentisti ungheresi. L’unità, acquartierata nella Pilotta di Parma, rimase sotto il controllo del dittatore Farini fino a che fu inglobata nel 1860, con Fanti divenuto ministro della Guerra, nella riorganizzata armata sarda. Nel 1871, abbandonata la tradizionale e sgargiante uniforme ussara, era genericamente il 18° fra i venti reggimenti di cavalleria dell’esercito italiano; nel 1876 era chiamato Reggimento Cavalleria Piacenza (18°) e nel 1897 assumeva il titolo definitivo di Cavalleggeri di Piacenza (18°). Dopo aver combattuto nella Grande Guerra e nelle guerre coloniali il Reggimento fu sciolto nel 1919 ed incorporato negli allora Cavalleggeri di Novara. Ah… per onor di cronaca: il reggimento, che aveva nello stemma i simboli di Piacenza, non ha mai avuto stanza nella città primogenita!

Per approfondire: 

Piacenza: i Dragoni Ducali e i Carabinieri reali, articolo di G. P. Bulla apparso sul quotidiano Libertà il 2/11/2011.

Ultimo aggiornamento

24 Settembre 2024, 12:45