Censimento dei monumenti ai caduti piacentini nella Grande Guerra

Pubblichiamo di seguito parte dei contributi estratti dall’introduzione al volume: La Grande Guerra. Monumenti e testimonianze nelle province di Parma e Piacenza, curato dalla Soprintendenza per i Beni Storici Artistici ed Etnoantropologici di Parma e Piacenza che ci ha gentilmente concesso anche il file digitale dell’opera completa scaricabile in formato PDF (10841 Kb).
Consigliamo anche la consultazione della banca dati Censimento dei monumenti ai caduti della prima guerra mondiale, Emilia Romagna, sviluppata in collaborazione con ICCD e organizzata per regioni.
Nel 2013 la Soprintendenza per i Beni Storico Artistici ed Etnoantropologici di Parma e Piacenza ha realizzato una prima catalogazione dei più significativi monumenti ai caduti della prima guerra mondiale eretti in territorio parmense e piacentino.
Questo lavoro da un lato si pone come autorevole contributo in sede locale alla celebrazione della ricorrenza del centenario dell’inizio della prima guerra mondiale, quale strumento di riappropriazione della memoria storica del sacrificio di un’intera giovane generazione, dall’altro, su di un piano prettamente storico-artistico, quale strumento di conoscenza di questa specifica tipologia di patrimonio culturale nelle sue caratteristiche plastico-decorative ed epigrafiche, spesso di grande valore estetico, e quindi supporto indispensabile per ogni azione volta alla sua conservazione e tutela, che vede impegnate le Soprintendenze territoriali.
Mettendo a confronto la tipologia delle testimonianze presenti nella città e nei quarantotto comuni della provincia piacentina con quella di altre zone d’Italia, ci troviamo di fronte a manufatti che dal punto di vista iconografico rientrano nelle tendenze nazionali. Per la maggior parte dei casi censiti, non esaustivi dell’intero territorio, riscontriamo la presenza di monumenti dalla struttura più o meno articolata, piuttosto che semplici lapidi. Essi furono realizzati nell’ambito del decennio successivo alla fine della guerra, con una maggiore frequenza nei primi anni Venti, in corrispondenza di quella che è stata definita la “prima ondata monumentale”.
Ogni località e ogni frazione del territorio, che dette il proprio contributo all’evento bellico con il sacrificio di circa 5.570 soldati, volle perpetuare il ricordo dei propri giovani in monumenti che servissero come luogo psicologico dell’elaborazione collettiva del lutto e come espressione concreta di sacralizzazione della guerra.
Anche nell’area di nostro interesse si riscontra una delle tipologie iconografiche diffusa in tutto il territorio nazionale: una o più figure di soldati (il fante, eventualmente accompagnato da personaggi allegorici come l’Italia, la Gloria o la Vittoria alata) posano su un basamento decorato con lapidi commemorative che riportano iscrizioni di lode all’onore dei caduti, di cui seguono i nominativi. Monumenti di questo tipo si trovano per esempio ad Agazzano, Besenzone, Bobbio, Caminata, Cortemaggiore, Farini, Ferriere, Fiorenzuola d’Arda, Gossolengo, Lugagnano, Momeliano di Gazzola, Monticelli d’Ongina, Piozzano, Vigolo Marchese di Castell’Arquato, San Giorgio Piacentino.
Oltre alle opere di artisti quali Ugo Rancati, Annibale Monti, Pier Enrico Astorri e dell’ing. Pietro Berzolla a Piacenza, è presente un altro tipo di monumentale ricordo della memoria dei caduti piacentini, ossia il grande Famedio ai caduti nel cimitero della città, realizzato dal Comune tra il 1936 e il 1939, che ospita al suo interno 1342 salme.
Nel fondo miscellaneo Mappe, stampe e disegni dell’Archivio di Stato di Piacenza sono presenti alcuni disegni relativi al Famedio comunale. Si tratta di studi e progetti dell’Ufficio tecnico del Comune di Piacenza realizzati fra gli anni 1930-1935.
Ultimo aggiornamento
29 Aprile 2025, 08:56